APPROVATO IL DECRETO LEGISLATIVO CON LE MODIFICHE AL CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA Ieri, 15 giungo, il Governo ha approvato l’atteso Decreto Legislativo che introduce modifiche al Codice della Crisi d’Impresa (D. Lgs. 14/2019) in attuazione della direttiva (UE) 2019/1023 la ristrutturazione preventiva, l’esdebitazione e le interdizioni oltre alle misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure. Ecco il comunicato del governo: https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-83/20070
IL CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA E DELL’INSOLVENZA ENTRERÁ IN VIGORE IL 15 LUGLIO 2022
Sulla Gazzetta Ufficiale n.100 del 30 aprile scorso è stato pubblicato il DL 36/2022, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 21 aprile, che all’articolo 42, prevede delle modifiche all’articolo 389 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (divenuto legge con il Decreto Legislativo del 12 gennaio 2019, n.14): in particolare, ne fa slittare di due mesi l’entrata in vigore, spostandone l’avvio dal 16 maggio al 15 luglio 2022.
Questo differimento sarà l’ultimo possibile, visto l’obbligo di recepimento nella legislazione italiana della Direttiva Europea Insolvency, il cui termine è il 17 luglio prossimo. Questa ulteriore finestra concessa dal Governo permetterà alle Commissioni Parlamentari di avere più tempo per affinare una normativa complessa, che cambierà radicalmente la gestione dei risanamenti e delle procedure concorsuali.
Ricordiamo che il Decreto 118/2021, all’art. 1 (convertito nella legge 147/2021), aveva introdotto la Composizione Negoziata per la soluzione della crisi d’impresa (cosiddetta CNC) e differito i sistemi di allerta al 31 dicembre 2023.
DEMOSTENE GRUPPO PER L’EMERGENZA IN UCRAINA
Tra i valori che stanno alla base dell’operare del nostro Gruppo ci sono da sempre la solidarietà e la collaborazione. L’emergenza che sta vivendo la popolazione dell’Ucraina ci ha dato l’occasione di tradurre questi valori in un gesto concreto: nei giorni scorsi Demostene spa e Fedluc srl hanno versato alla Croce Rossa Italiana 12.730,00 euro, di cui 730,00 donati spontaneamente dai dipendenti del Gruppo, che ringraziamo molto per la generosità mostrata con questo gesto.
DIRETTIVA INSOLVENCY, RECEPITE LE NUOVE MISURE
Il Consiglio dei Ministri del 17 marzo scorso ha approvato in prima lettura un nuovo pacchetto di misure sulla Crisi d’Impresa, che dovranno entrare in vigore entro il 17 luglio 2022, dove fanno il loro debutto due nuovi istituti:
– PRO, PIANI DI RISTRUTTURAZIONE SOGGETTI A OMOLOGAZIONE
– QUADRI DI RISTRUTTURAZIONE
Con questo passaggio il nostro Ordinamento recepisce la Direttiva Insolvency, permettendo all’Italia di adeguarsi alle normative comunitarie.
Con queste nuove norme e con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa a metà maggio, si avrà un punto di riferimento sistematico per tutti gli operatori del settore.
Per leggere l’articolo del Sole14Ore del 18 marzo 2022 Sole24Ore 18 marzo 2022
COMPOSIZIONE NEGOZIATA DELLA CRISI D’IMPRESA: I PRO E I CONTRO
Il 15 novembre scorso ha fatto il suo debutto la “composizione negoziata” della crisi d’impresa, introdotta dal decreto legge 118/2021: si tratta di uno strumento flessibile, volontario ed extragiudiziale attraverso il quale un esperto indipendente verifica le prospettive di risanamento di un’azienda in crisi, affiancando l’imprenditore nelle trattative con i creditori.
I primi dati resi disponibili da Unioncamere, a tre mesi dall’avvio, parlano di 60 istanze prese in carico (su 80 presentate), con un trend previsto in crescita e un picco che probabilmente si registrerà in primavera, quando arriveranno all’approvazione i bilanci del 2021. Sono oltre 800 esperti già iscritti negli appositi elenchi e la Lombardia è la Regione che al momento ha presentato il maggior numero di istanze e conta anche il maggior numero di esperti già accreditati.
Vediamo i principali pro e contro della “composizione negoziata”.
PRO
Tempi brevi per l’assegnazione dell’esperto (7 giorni).
La presenza dell’esperto facilita le trattative, data la sua posizione imparziale ed equidistante.
La valutazione del piano di risanamento avviene sulla base di protocolli e check list trasparenti e definite dalla normativa.
CONTRO
Chiedere al Tribunale le previste misure protettive del patrimonio per bloccare l’aggressione dei creditori o per sospendere gli obblighi previsti dal Codice Civile fa venir meno un elemento importante del percorso di risanamento, quello della riservatezza.
Leggi l’articolo del Sole24Ore del 14 febbraio 2022
QUAL E’ LA SITUAZIONE DEI TRIBUNALI FALLIMENTARI?
Su Affari e Finanza di Repubblica del 7 febbraio scorso Luigi Dell’Olio firma un approfondimento dedicato alla situazione dei 140 Tribunali Fallimentari italiani basato sull’analisi condotta da Cherry, società che fornisce servizi di intelligenza artificiale agli operatori del credito. La ricerca evidenzia che lo scorso anno l’operatività è tornata all’80% di quella pre-pandemia, ma si sono aperte più pratiche nel 2021 rispetto al 2020 (+8%). I dati evidenziano positivamente sia la diminuzione dei procedimenti pendenti (-6%) come anche il tempo per lo smaltimento delle pratiche arretrate, che è sceso a 4,5 anni su base nazionale con eccezioni importanti, come Roma e Milano.
L’auspicio è che la piena entrata in vigore sia del Codice della Crisi d’Impresa (il prossimo 16 maggio) che della composizione negoziata della crisi prevista dal DL 118/2022 possa produrre ulteriori miglioramenti grazie al consolidamento di istituti e strumenti in grado di far emergere la crisi nelle sue fasi iniziali, prima che si trasformi in fallimento.
Per leggere l’articolo ARTICOLO AFFARI E FINANZA DI REPUBBLICA 7 FEBBRAIO 202
CREDITI DETERIORATI DELLE IMPRESE VERSO IL RADDOPPIO NEL 2022
Secondo l’outlook ABI – Cerved, il flusso di nuovi crediti deteriorati delle banche ha ripreso a crescere e l’incidenza dei nuovi Npl (Non Performing Loans, i prestiti la cui riscossione da parte degli istituti di credito è incerta) sul totale dei prestiti è destinato a raddoppiare. Infatti il tasso di deterioramento dopo aver toccato nel 2021 un minimo del 2,1%, nel 2022 è previsto in aumento al 3,8%. Il rialzo è dovuto alla fine delle misure emergenziali a sostegno delle imprese a causa Covid-19, che hanno assicurato la tenuta del sistema produttivo e impedito un aumento dei default. Il peggioramento sarà però solo temporaneo: già nel 2023, il tasso di deterioramento è atteso in diminuzione al 3,3%, percentuale di poco superiore ai livelli pre-Covid del 2019 (2,9%) ma molto distante dai picchi del 2012 (7,5%).
A livello dimensionale, fra il 2021 e il 2023, la crescita dei tassi di deterioramento toccherà tutte le aziende, con effetti maggiori per le microimprese e più contenuti per le altre fasce dimensionali; in tutti i casi i livelli saranno comunque ampiamente inferiori ai picchi del periodo della crisi dei mutui subprime, nel 2012. Dal punto di vista settoriale, il settore dei servizi (dal 2,8% del 2019 al 3,7% del 2023) sarà quello più penalizzato dagli impatti della pandemia, seguito dall’industria (dal 2,3% del 2019 al 2,5% del 2023). Si osservano invece dati in miglioramento rispetto al pre-Covid, nell’agricoltura (dal 3,1% del 2019 al 2,7% del 2023) e soprattutto nelle costruzioni (dal 4,0% del 2019 al 3,5% del 2023) grazie agli impatti molto positivi che il PNRR può generare nel comparto. Le microimprese operanti nel settore terziario e le piccole imprese operanti nell’industria sono i cluster per cui al termine del periodo di previsione si rilevano i peggioramenti più marcati rispetto al pre-Covid. Diversamente, le piccole e medie imprese delle costruzioni fanno registrare i cali dei tassi più significativi.