Il 18% delle aziende italiane non sarà in grado di ripagare i propri debiti nei prossimi mesi
- Settembre 30, 2022
- News
IL 18% DELLE AZIENDE ITALIANE NON SARA’ IN GRADO DI RIPAGARE I PROPRI DEBITI NEI PROSSIMI MESI
Secondo una ricerca di PwC TLS, curata dal Prof. Giulio Andreani, docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma e presso la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze, sempre di Roma, il 18% delle aziende italiane con ricavi annui superiori a 5 milioni, nei prossimi mesi non sarà in grado di ripagare i propri debiti, entrando in una situazione di crisi. La ricerca è stata realizzata analizzando i bilanci di 60 mila società italiane: tra queste ben 10 mila saranno a rischio default.
Una situazione di difficoltà che, sottolinea PWC TLS, a fine 2022 potrebbe peggiorare ulteriormente a causa del caro energia, dell’aumento del costo del denaro e delle conseguenze amministrative dei ritardi dei pagamenti di tasse e contributi.
Il risultato di questa indagine è confermato peraltro da una recente analisi eseguita da Cerved, che ha riguardato l’andamento di 618 mila società di capitali (comprensive di quelle con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro), dalla quale è emerso che le società a rischio di default sono 99.000, cioè circa il 16% del totale (contro il 18% dell’analisi di PwC).
Entrambe le ricerche mettono in luce che le aziende a rischio sono collocate prevalentemente al Centro-Sud del Paese.
Il Prof. Andreani, per rendere questa situazione meno esplosiva, propone di ampliare l’operatività, oggi piuttosto limitata, della transazione fiscale. Dare cioè alle imprese in crisi di liquidità la possibilità di ottenere forti dilazioni o sconti sui debiti tributari e previdenziali, se questo può essere utile a salvare l’azienda e quindi posti di lavoro.
ITALIA OGGI – DIRITTO E FISCO 23.9.22
Secondo una ricerca di PwC TLS, curata dal Prof. Giulio Andreani, docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma e presso la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze, sempre di Roma, il 18% delle aziende italiane con ricavi annui superiori a 5 milioni, nei prossimi mesi non sarà in grado di ripagare i propri debiti, entrando in una situazione di crisi. La ricerca è stata realizzata analizzando i bilanci di 60 mila società italiane: tra queste ben 10 mila saranno a rischio default.
Una situazione di difficoltà che, sottolinea PWC TLS, a fine 2022 potrebbe peggiorare ulteriormente a causa del caro energia, dell’aumento del costo del denaro e delle conseguenze amministrative dei ritardi dei pagamenti di tasse e contributi.
Il risultato di questa indagine è confermato peraltro da una recente analisi eseguita da Cerved, che ha riguardato l’andamento di 618 mila società di capitali (comprensive di quelle con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro), dalla quale è emerso che le società a rischio di default sono 99.000, cioè circa il 16% del totale (contro il 18% dell’analisi di PwC).
Entrambe le ricerche mettono in luce che le aziende a rischio sono collocate prevalentemente al Centro-Sud del Paese.
Il Prof. Andreani, per rendere questa situazione meno esplosiva, propone di ampliare l’operatività, oggi piuttosto limitata, della transazione fiscale. Dare cioè alle imprese in crisi di liquidità la possibilità di ottenere forti dilazioni o sconti sui debiti tributari e previdenziali, se questo può essere utile a salvare l’azienda e quindi posti di lavoro.
ITALIA OGGI – DIRITTO E FISCO 23.9.22